Immobili: 74 milioni quelli accatastati, 6,6 milioni i non censibili

Lo stock immobiliare censito negli archivi del Catasto italiano, al 31 dicembre 2018, consiste complessivamente in circa 74 milioni di immobili o loro porzioni, secondo quanto riporta Italia Oggi. Di questi, 63,8 milioni sono censiti nelle categorie catastali “ordinarie” e “speciali”, con attribuzione di rendita catastale (rendita catastale totale pari a 36,6 miliardi di euro). E’ quanto emerge dalla fotografia scattata dalla Direzione Centrale Servizi Catastali, Cartografici e di Pubblicità Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate, nell’ultimo report intitolato “Il Sistema Catastale 2019”. Oltre 6,6 milioni di immobili, spiega l’Agenzia, costituiscono i “beni comuni non censibili” (cioè beni di utilità comune a più unità immobiliari, che non producono un reddito proprio). Oltre 3,4 milioni di immobili sono censiti nelle categorie catastali del gruppo F, come unità non idonee a produrre un reddito (aree urbane, lastrici solari, unità in corso di costruzione o di definizione, unità collabenti). La maggior parte dello stock immobiliare italiano è censito nel gruppo A (abitazioni, uffici e studi privati – oltre il 52%) e nel gruppo C (attività commerciali, artigianali e pertinenze – il 40%). Gli immobili dei gruppi A, B e C rappresentano il 69,9% del totale della rendita catastale (25,6 miliardi di euro). Gli immobili del gruppo D (a destinazione speciale), a fronte di un contenuto numero di unità immobiliari, pari al 2,3% del totale, rappresentano una rilevante quota di rendita complessiva, pari al 28% (circa 10,2 miliardi di euro). Gli immobili del gruppo E (a destinazione particolare) rappresentano una quota della rendita catastale complessiva, pari al 2,1% (circa 0,8 miliardi di euro).

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